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6 giorni ago · Updated 10 ore ago
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Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, come e quando si usano i numeri romani? Vediamolo insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
COSA SONO I NUMERI ROMANI?
Il sistema di numerazione romano è composto da alcune lettere dell’alfabeto che corrispondono a numeri; questi simboli combinati tra di loro danno luogo ad altri numeri.
Vediamo i simboli fondamentali, dai quali si possono ricavare tutti gli altri numeri:
- I = 1 (uno)
- V = 5 (cinque)
- X = 10 (dieci)
- L = 50 (cinquanta)
- C = 100 (cento)
- D = 500 (cinquecento)
- M = 1000 (mille)
COME SI COMPONGONO I NUMERI ROMANI?
Per comporre i numeri si usano l’addizione e la sottrazione:
→ i segni posti a destra dei maggiori si sommano, ad esempio:
- VI è composto da V (5) e I (1) quindi 5+1 = 6;
- LXIII è composto da L (50) + X (10) + III (3) = 63;
→ i segni posti a sinistra dei maggiori si sottraggono, ad esempio:
- IV è composto da I (1) e V (5) quindi 5 – 1 = 4;
- VXC è composto da V (5), da X (10) e da C (100), i numeri minori si sottraggono al maggiore, quindi: 100 − 10 − 5 = 85;
- XCIV è composto da C – X (cento – dieci) + V – I (cinque – uno), ovvero 90 + 4 = 94.
QUANDO SI USANO?
I numeri romani si usano sempre per indicare aggettivi numerali ordinali nei seguenti casi:
- per la numerazione dei secoli, il numero può essere collocato sia prima, sia dopo il nome: il XX secolo; il secolo V;
- per distinguere in ordine di successione sovrani e pontefici: la regina Elisabetta II; Papa Pio IX;
- per le indicazioni bibliografiche, per indicare: i singoli volumi, i tomi, i capitoli, i paragrafi, le annate delle riviste, i numeri di pagina: studiate il capitolo V del libro; ho letto solo il volume I.
- per indicare le classi di un corso di studi: frequenta la II B;
- poiché esprimono numerali ordinali, i numeri romani non hanno bisogno di essere accompagnati dalla letterina in esponente come i numeri arabi, tuttavia, nell’uso comune, si possono incontrare numeri romani seguiti dall’esponente.
QUANDO NON SI USANO
- per indicare lo zero: I Romani non avevano un simbolo per designare lo zero, poiché non possedevano il concetto di zero come numero;
- per rappresentare i decimali e le frazioni;
- per fare qualsiasi tipo di operazione aritmetica, ciò è una conseguenza proprio dalla loro struttura, che è inadeguata al calcolo; per sommare o per sottrarre tra loro le quantità numeriche usava uno strumento chiamato abaco.
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